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ETA' EVOLUTIVA

Nel lavoro con l’età evolutiva condizione necessaria per un buon approccio prima conoscitivo e poi terapeutico è la presa in carico dell’intera famiglia dove un primo obiettivo è rappresentato dalla creazione di conforto, cooperazione e nutrimento all’interno di una relazione di fiducia, rispetto e attenzione tra tutti i membri coinvolti; senza interventi critici o giudicanti, senza pregiudizi, senza svalutazioni.

Scopo ultimo l’accompagnamento di grandi e piccoli verso la ricerca di un equilibrio fra bisogni ed impulsi del proprio mondo interno e le pressioni relazionali del mondo esterno.

Un costrutto in cooperazione di “protezione, permessi e prevenzione”, sostenendo e guidando i bambini nella loro crescita evolutiva, come singoli e come gruppo, perché “ogni bambino è un gruppo”, portatore di una carovana di affetti, relazioni e condizionamenti del suo sistema di vita.

A livello diagnostico la mia attività procede con il confronto ed affiancamento, a seconda della necessità del singolo caso, con la figura del/della pediatra di famiglia, del/della neuropsichiatra del servizio pubblico o privato, del/della logopedista e del/della neuro psicomotricista dell’età evolutiva.

In estrema sintesi gli aspetti diagnostici prevalenti che costituiscono la mia attività: disturbi d’ansia, fobie e ipocondria, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi depressivi, disturbi dell’alimentazione, dipendenze, insonnia, disturbi psicosomatici, disturbi del controllo degli impulsi, disturbo dell’attenzione e dell’iperattività, disturbi legati al disagio scolastico e, più in generale, a problematiche psichiche dei bambini, dell’adolescente e delle relazioni familiari.

Attività suddivisibile in due tipologie: diretta se svolta con il bambino, indiretta se rivolta ai genitori per motivi di età del bambino e/o per situazioni di malessere espressi.

I colloqui con i genitori hanno l’obiettivo di accogliere i loro stati emotivi e le preoccupazioni rispetto allo sviluppo psicologico dei figli e della loro relazione con funzione di sostegno, accompagnamento e definizione della problematica. Se l’ipotetico piano di intervento dovrà coinvolgere il minore allora si procederà con i primi colloqui atti ad appurare il suo stato di funzionamento psicologico, il suo equilibrio psichico, la qualità delle sue risorse affettive, emotive e relazionali, lo stato generale dello sviluppo raccogliendo altresì i vissuti del suo mondo interiore.

In seguito a quanto emerso, unitamente ad un quadro psicodiagnostico quando si coinvolga il minore, viene valutato un successivo spazio di lavoro, insieme alla famiglia, condividendo l’aspetto di difficoltà evidenziato, la strategia di intervento che potrebbe essere più funzionale e le figure e i contesti di vita del minore da coinvolgere.

Il fascino dell’approccio analitico transazionale è l’insegnamento all’ascolto, all’ammirare ed accogliere mondi diversi colmi di sorprese e cose straordinarie con l’attesa, all’interno di un clima di rispetto che il terapeuta instaura, del permesso di entrarci creando insieme le basi per l’inizio di un tratto di percorso di vita insieme.

Soltanto così si può dare vita ad un’atmosfera di fiducia che possa porre le basi per creare “terapia insieme” certamente con strumenti che prediligiamo e di cui siamo in possesso ed in grado di condurre ad elaborare e trasformare esperienze.

I genitori costituiscono parte integrante del processo di cura venendone periodicamente coinvolti. Famiglia, bambino, terapeuta sono uniti in un processo creativo e trasparente che rende partecipe, accoglie e sostiene. E, come già detto ma è importante sottolinearlo, senza interventi critici o giudicanti, senza pregiudizi, senza svalutazioni.

Attraverso giochi, immaginazione, colloqui e rappresentazioni tra le più ricche, bambini, adolescenti, adulti aprono il loro mondo raccontando le loro paure, i loro bisogni e desideri, i loro sogni e speranze ed i modi che hanno per viverli ed affrontarli. Tutto unito alle persone che, in questo viaggio, li tengono per mano e da cui si sentono più o meno compresi ed accolti in tutte le loro sfumature.

Proprio per tutto ciò è basilare lavorare con un minore tenendo presente la famiglia al completo, con gli insegnanti, il pediatra e ogni altra figura significativa per il bambino. Tutti hanno ed avranno diversa rilevanza e spessore nel suo progetto di vita, e tutti vengono ritrovati in diverse forme ed emozioni nei loro giochi e rappresentazioni.

Con delicatezza e rispetto il lavoro terapeutico crea possibilità ulteriori.  Un nuovo modo di concludere il capitolo noto partendo proprio dal riconoscimento delle risorse già presenti nel bambino ed il potenziale d’aiuto già presente nei genitori che svolgono, in qualche importante misura, il ruolo di “co-terapeuti” affiancando il lavoro di analisi del figlio al sostegno alla genitorialità.

età evolutiva

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Iscrizione Ordine degli Psicologi della Liguria all'albo A, n. 07/2803

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